Situata a Termoli, a 28 km da Vasto, La Lisca offre il WiFi gratuito e una terrazza solarium.
Alcune con viste sulla città o sul mare, le camere di questo bed and breakfast dispongono di aria condizionata, TV a schermo piatto e bagno privato con vasca o doccia, set di cortesia e asciugacapelli.
La reception è aperta 24 ore su 24. Ogni mattina vi attende una colazione continentale presso l'Hotel Santa Lucia, a 200 metri.
L'Aeroporto d'Abruzzo, il più vicino, dista 82 km.
Informazioni sull'host
Una struttura ricavata dalla sapiente ristrutturazione di una antica casa di una tradizionale famiglia di pescatori, incastonata nel cuore del Paese Vecchio, affacciata sulla Via Duomo, decumano dell’antico abitato. Sei camere, arredate in modo raffinato e moderno, conservano però tutto il sapore del tempo trascorso. Il terrazzino posto all’ultimo piano è il punto più alto del borgo, dal quale può gustarsi una vista strepitosa sul porto, vero cuore pulsante della città. Il progetto ha inteso valorizzare non solo le tradizioni ma anche la cultura termolese, rappresentando, negli ambienti vissuti dagli ospiti, l’opera e la vita del famoso disegnatore termolese Benito Jacovitti. Il mare, la pesca e i pescatori connotano le tradizioni, la vita e lo stesso tessuto urbanistico del Paese Vecchio, uno sperone roccioso che emerge magicamente dal mare. Oggi, il Paese Vecchio può ancora offrire, a chi vi soggiorni, suggestioni, suoni ed odori che vengono dal passato, per una esperienza unica.
CHECK IN E COLAZIONE PRESSO HOTEL SANTA LUCIA.
Arroccato su un piccolo promontorio roccioso, il Paese Vecchio si presenta come una suggestiva cittadella medioevale, fortificata. Il Borgo risale al V° secolo, per quanto non si hanno fonti d’archivio, a seguito del saccheggio turco del 1566, la cui rievocazione si tiene il 15 agosto, con l’incendio del Castello. Il borgo appare come un intricato labirinto di stradine strette e tortuose, tra cui il celebre Vico II Castello, tra i più stretti d’Europa. La popolazione, prevalentemente marinara, visse tra le mura del paese vecchio fino al 1847, quando Re Ferdinando II° di Borbone concesse ai termolesi di costruire fuori le mura. Una interessante testimonianza del Vescovo Tommaso Giannelli del 1765 descrive la popolazione abitante come "povera gente, per quanto sia di numerosa famiglia, non suole avere più di una o due stanze, nella quali si ha l’asino, il porco e quanto gli occorre".